Il Cobra e la Farfalla su sito Arcigay Modena – parte I
DAL SITO “ARCIGAY MATTHEW SHEPARD MODENA “
Tema del Mese 10×10 – 10 domande per 10 risposte a: Alessandro Brusa, autore di “Il Cobra e la Farfalla”
1) Edimburgo da un lato, Bologna dall’altro sono lo sfondo principale del tuo libro. Cosa ti ha portato a scegliere queste due città?
Queste città sono la mia casa. Bologna un po’ di più per ovvie ragioni, ma anche Edimburgo è da anni una seconda casa: di quei posti ove senti di essere a tuo agio, di quei posti che conoscono te e la tua storia.
2) Il protagonista del libro si chiama A ed è continuamente in viaggio. Si sposta venendosi a trovare in luoghi e situazioni che lo portano a maturare esperienze e cambiamenti. J, l’altro protagonista, quello “silenzioso”, viene invece da un passato di viaggi e spostamenti e si presenta come personaggio più maturo e formato. Quanto è forte la relazione tra viaggio e maturazione? Quanto i viaggi sono un simbolo e quanto, invece si tratta di esperienze reali?
Il viaggio è in questo libro esperienza e metafora. E’ sia esperienza prima di sensazioni sia tragitto interiore. Il viaggio rappresenta da un lato una prova di crescita, un insieme di esperienze, un tragitto che attraverso l’esperienza di situazioni e mondi diversi ci porta verso una maggiore consapevolezza della realtà e conseguentemente di noi stessi. Dall’altro lato, il viaggio itinerante rappresenta la facile metafora di un percorso dove il movimento e l’alternarsi dei luoghi sono segni tangibili e reali di una maturazione interiore.
3) Nel tuo libro si intrecciano molti luoghi (Bologna e la Romagna, Edimburgo, la Scozia, le Alpi…). In ognuno di essi, A si trova in situazioni differenti che ne fanno trasparire diversi lati del carattere. Qual è l’importanza dei luoghi scelti? In che modo sono i luoghi stessi a influenzare il protagonista e gli avvenimenti?
E’ vero, i luoghi sono di un’importanza primaria in questo lavoro.. direi quasi che sono loro i veri protagonisti. Diciamo che non ho scelto posti a caso. Ho scelto con cura luoghi e città con una personalità precisa, con un carattere vero. Ed al protagonista è successo quello che succede ad ognuno di noi quando incontra una persona forte.. una persona di carattere: si lascia affascinare e guidare dal carisma di questa realtà prendendo da essa ciò di cui ha bisogno in quel momento o ciò che essa crede sia giusto donargli in quel particolare istante. Siamo quello che viviamo e viviamo dove siamo.
4) Nei viaggi che A compie, sembra sempre trascinato o accompagnato da qualcuno o da qualcosa. Vuol dire che il cambiamento dipende sempre da fattori esterni che rompono equilibri poco stabili?
No. Siamo noi a rompere i nostri equilibri.. se vogliamo veramente farlo e se ne sentiamo l’esigenza. Gli altri possono essere buoni compagni di viaggio, ma nulla più credo.
5) Nelle tue narrazioni dei luoghi ti bilanci tra una minuziosa descrizione della toponomastica e una indeterminatezza dell’ambiente. L’atmosfera è sempre piuttosto eterea, le città sono rarefatte; perché?
La toponomastica è metafora della mappa dei nostri sentimenti e dei sentimenti dei luoghi. In un viaggio si intrecciano da un lato i nostri sentimenti e le sensazioni che ci accompagnano in quel momento, dall’altro le caratteristiche intrinseche del luogo che ci ospita.. direi che è uno scambio vitale dove ognuno dei due protagonisti ne risulta cambiato. Certo noi siamo più deboli, certo noi, a differenza del mondo ove viviamo, siamo mortali e destinati a passare, ma credo anche che ognuno lasci una traccia e che alla fine tutte le tracce lasciate nei secoli segnino il carattere dei luoghi.
6) Bologna è una delle città più gay d’Italia ed Edimburgo è una delle città più gay del Regno Unito. Però A compie, in esse, il percorso di presa di coscienza della propria omosessualità senza mai confrontarsi con questo aspetto delle due città. Perché?
Beh.. prima cosa da fare è confrontarsi con se stessi.. poi viene il mondo esterno. E’ anche vero che spesso sono spinte dall’esterno che ci possono portare a fare due chiacchiere con la nostra anima. In questo romanzo, per quello che riguarda la propria identità sessuale, sono state più importanti le persone. Due in particolare. Diciamo che i luoghi hanno solo creato l’atmosfera e la disposizione d’animo giusta per farsi prendere, per permettere al protagonista di perdersi in se stesso.
7) Veniamo a domande più banali: consiglieresti ai tuoi lettori una vacanza a Edimburgo ed in Scozia? Anche da un punto di vista di “vacanza gay”?
Beh.. la Scozia non è proprio quella che si può definire una meta gay. Non si può di certo vivere la propria omosessualità in tranquillità come si potrebbe fare a Manchester o a Londra per esempio. Ma devo dire che comunque lassù, a differenza del nostro paese, le cose stanno cambiando veramente in fretta. Quando andai in Scozia per la prima volta sedici anni fa era una terra molto povera ove la “cultura” della società era veramente lontana dal resto d’Europa.. ora invece direi che sono assolutamente integrati in un processo di accettazione delle diversità che dovrebbe farci riflettere molto.
8) Per te, cosa significa un viaggio gay o una vacanza gay? Può avere ancora senso? Ne hai mai fatte?
Beh.. diciamo che quindici giorni a Mykonos possono essere considerati una vacanza gay no?! Non so se abbia senso o meno. Diciamo che all’epoca ero là con il mio ragazzo ed è stato un salto di ambiente niente male.. e poi che a Bologna già le cose sono ben diverse che in milioni di altri posti in Italia. Ecco credo più che altro che sarebbe giusto trasformare le nostre città in una continua vacanza gay no?
9) Qual è la tua idea di vacanza? Cosa ti piace fare in vacanza e con chi preferisci andare?
La mia idea di vacanza è innanzitutto una non vacanza, ma un viaggio. Mi piace stare tranquillo, che può voler dire correre da un museo all’altro come passare mezza giornata a letto e l’altra metà sorseggiandio un cappuccino e leggendo un libro in un caffè qualunque. Con chi.. beh.. con una persona che mi fa stare bene.
10) E tu, quest’anno, dove andrai in vacanza?
Sicuramente dieci giorni a San Francisco.. e vai di clichè ah ah. Poi non so.. vorrei fare un po’ di mare.. vedremo.