Alessandro Brusa

D’uso io annuso l’aria che tira
perchè sono l’emozione grezza
che non capirai mai
ed è per me che avrai
salva la vita

 

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Alessandro Brusa
  -  Poesia   -  Liebe Macht Frei – ricordo delle vittime LGBTQI nel giorno della memoria

Nella Germania Nazista, nel periodo che va dalla “Notte dei Lunghi Coltelli” (30 giugno 1934) fino alla Liberazione, furono perseguitate decine di migliaia di omosessuali; molti di loro furono successivamente internati nei campi di concentramento insieme ad oppositori politici, comunisti ed ai rappresentanti delle altre minoranze religiose e razziali come ebrei, rom, sinti, jenisch e testimoni di geova. Dimenticare tutti questi perseguitati contribuisce a mantenere in vita l’idea razzista alla base della loro persecuzione: l’idea che essere diversi implichi l’essere trattati diversamente, finanche essere torturati ed uccisi.. dimenticare tutto questo è quello che io chiamo l’OLOCAUSTO PERENNE.

Il Parlamento europeo ha onorato l’anniversario 2005 della shoah con un minuto di silenzio e con il seguente passaggio del proprio discorso:

“Il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove centinaia di migliaia di ebrei, zingari, omosessuali, polacchi e prigionieri di altre nazionalità sono stati uccisi, non è solo un’importante occasione per i cittadini europei di ricordare e condannare l’enorme orrore e la tragedia della shoah, ma anche per condannare il pericoloso risorgere dell’antisemitismo, specialmente degli incidenti antisemiti, e per imparare ancora la grande lezione circa i pericoli di sacrificare le persone su basi di razza, origine etnica, religione, politica ed orientamento sessuale.”

 

 

Liebe Macht Frei

Sono foglie e secche
questa memoria fatta di ombre
che si spengono sulle ossa
e che torna anche se no, io
non l’ho invitata

sono i passi che facevo verso di te
quel tanto per sfiorarti
e misurare la tua colpa con la mia,
messa sul piatto della vergogna
che condividi con la fede che
io non ho mai avuto

ora quel piatto è libero,
svuotato del corpo che avevi
e che piuma sta ora lì
a pesare il dolore tuo,
che sei bello anche in questo vento
che mi ha sempre portato gli anni
e che ora se li prende, mentre candela
ti spegni piano
giorno dopo giorno, sotto il mio
sguardo innamorato
fatto come sei di niente

(mi sono svegliato allegro oggi
e se non so perché me lo dirai tu,
quando come ogni giorno ci incontreremo
nel tragitto alle latrine)

e così come in uno scherzo ti butterò
addosso tutte le foglie che troverò
su questa terra dura e gialle e marroni
e rosse come nel mio paese non sono mai state
e mi guarderai come un pazzo
come a capire qualcosa che
è oltre la tua immaginazione

un pazzo che ti ricopre di foglie
e sorride a questo mozzicone che sei
sperando nasca un falò da questa pena

ma da un anno a questa parte
la tua fede si è aperta
e credi davvero a tutto,
anche a questo bacio che ti dò
e che sa del tuo ultimo novembre.

di Alessandro Jacopo Brusa – contenuta in “Se soltanto partissimo” (contenente, tra gli altri, testi di Letizia Leone e Dacia Maraini) – L’ERUDITA (febbraio 2014)

Poesia dedicata alle vittime dell’olocausto.. TUTTE!