Intervista per Il Fatto Quotidiano
Lunedi 3 marzo “Il Fatto Quotidiano” ha presentato un ampio approfondimento sulle tematiche LGBTQI con particolare attenzione alla questione del “Coming Out”. La giornalista Elisabetta Ambrosi ha posto a me e ad altri soggetti interessati alcune domande sul tema, per costruirne poi un articolo che fosse un’istantanea la più fedele possibile della situazione italiana. Ecco qui di seguito la mia parte dell’intervista dalla quale sono stati estratti i brani presenti nell’intervista cumulativa presente sul giornale.
Quando hai scoperto, o sentito, di essere omosessuale (sempre che ci sia stata, appunto, un’improvvisa percezione)? Che sentimenti hai provato (sgomento, paura sollievo)?
Il sentimento principale è stato quello di avere finalmente trovato me stesso e da lì un senso di sollievo per aver dato finalmente risposta al disagio ed alla frustrazione con cui ero cresciuto: conoscere se stessi è l’unica azione decisamente necessaria che dobbiamo compiere.. come diceva Freud “Conosci te stesso se vuoi conoscere gli altri”.
Qual era il contesto familiare/scolastico/sociale in cui ti trovavi?
Avevo 27 anni.. ero già laureato e vivevo da solo. Provengo da una famiglia con un alto livello di istruzione e sono stato cresciuto in una città aperta e coraggiosa, ma nonostante ciò, quando esci allo scoperto sei sempre profondamente vulnerabile.
Quando hai deciso di dirlo e come è accaduto?
L’ho detto appena l’ho scoperto. È stato reso più facile perché si accompagnò alla mia prima relazione stabile non eterosessuale, quindi un momento molto bello di forza e di positività interiore.
Quali sono state le reazioni, e le conseguenze, sulla tua vita?
Le reazioni degli amici sono state tutte e sottolineo tutte positive. Diversa è la storia per la famiglia: tanta paura accompagna la scoperta dell’omosessualità di tu* figli*.. soprattutto per la cattiveria della gente e le discriminazioni di cui la società ci fa oggetto. Ma con l’intento di proteggerci spesso la famiglia risulta il primo ambiente dove la nostra omosessualità viene negata e nascosta, aumentando il nostro carico di dolore. Mi sento di dare un consiglio alle famiglie che scoprono l’omosessualità del/la figli*: mostrate il vostro supporto al 100%, non vergognatevene e lottate con il cuore e con i denti.. non c’è migliore prova di amore che possiate dare.
Oggi sei contento di averlo fatto? Lo rifaresti a quella età, o lo diresti prima (o dopo)?
Sono felicissimo di averlo fatto: in quel momento è cominciata la mia vera vita. L’ho fato nell’istante in cui l’ho compreso e quindi non posso dire che sia stato troppo presto o troppo tardi, ho fatto quello che potevo nel momento in cui ho potuto farlo.
Come vivi oggi la tua identità sessuale? Quali cliché, stereotipi, resistenze che si incontrano? Nei contesti in cui agli altri è ignota la tua scelta/identità, manifesti tranquillamente e volentieri le tue preferenze sessuali? Che reazioni incontri?
Vivo la mia identità soprattutto come identità umana prima che sessuale ed affettiva. Vivo la mia vita in maniera aperta senza nascondere alcun lato di essa e questa forza spesso spiazza chi dentro di sé pensa che me ne dovrei vergognare. Una cosa che mi ha fatto molto piacere è sentire tante persone che mi hanno ringraziato per aver cancellato dalla loro mente, con il mio agire, tanti stereotipi e tanti cliché con i quali erano abituati a valutare l’omosessualità. Credo che una delle cose peggiori è che non se ne parli abbastanza e che quando accade è sempre attraverso luoghi comuni che sono spesso fuorvianti quando non apertamente razzisti. Una cosa che mi stupisce e riempie di gioia è l’apertura e la naturalezza con la quale i nostri amici trattano la mia relazione di coppia di fronte ai propri figli, che crescono così con una visione naturale e pacifica.
Hai dovuto condurre, in particolare, battaglie su alcuni fronti particolarmente difficili, per realizzare desideri e scelte?
Conduco tutt’ora la battaglia per i riconoscimenti dei diritti civili così come stabiliti dal trattato di Lisbona (tanto per dare anche un’àncora giuridica alla cosa). A questo aggiungo che purtroppo in questo paese vivere apertamente la propria omosessualità è un’attività politica quotidiana, poiché quotidianamente ci si scontra con persone che, a fronte del loro legittimo diritto di pensarla diversamente da me, pensano che sia ugualmente lecito e legittimo discriminarmi imponendomi il loro pensiero ed il conseguente stile di vita. La mia battaglia è per la libertà individuale che finisce solo dove inizia quella dell’altro: se il tuo pensiero limita la mia libertà allora quella è violenza.
Ti identifichi più con chi vuole rivendicare – gioiosamente, attraverso gay pride e piazza – la propria diversità o chi, invece, difende la normalità di una preferenza sessuale in maniera più schiva?
Ognuno è libero di vivere la propria vita come meglio crede! detto questo, noto con rammarico che molti tra coloro che esprimono il desiderio di rimanere “defilati” manifestino in verità segni di grande vergogna e di una grande omofobia interiorizzata: del resto è difficile sentirsi liberi in un paese che ti cresce facendoti sentire sbagliato.
Quali diritti concreti vorresti, oggi? (matrimonio, adozione, etc). Con quale forza politica ti identifichi, rispetto al tema dei diritti civili?
Innanzitutto una vera legge contro l’omofobia, una legge che stabilisca con chiarezza che l’omofobia ed il razzismo non sono un’opinione. Oltre a questo il riconoscimento del diritto al matrimonio è fondamentale per uno stato che non discrimini. La questione delle adozioni è altra storia.. nel senso che il diritto alla genitorialità credo che non sia un diritto di per sé, neppure per gli eterosessuali. Credo che i bambini abbiano però il diritto a crescere in una famiglia che li ami e li protegga e relativamente a questo esiste una mole incredibile di studi scientifici (cosa che non si può dire della tesi opposta) che dimostrano quanto un bambino possa crescere ugualmente bene anche in una famiglia omogenitoriale.. tutto il resto sono discorsi da bar o da talk show di quelli stupidi che servono solo a fare confusione ed a permettere al primo venuto di dire quello che pensa, sia questo basato sulla realtà o semplicemente un suo pensiero privo di alcun fondamento scientifico. Su questi argomenti, se ci fosse minor furore ideologico e/o confessionale e più buon senso, sarebbe molto più facile confrontarsi in maniera costruttiva.
Secondo te oggi è più difficile per i ragazzi giovani vivere la propria omosessualità, come dimostrano episodi di bullismo, o per gli adulti, privati della possibilità di scelte importanti, ad esempio rispetto a paternità/maternità?
Per i giovani credo sia più facile di quanto fosse una volta, ma questa è solo la mia opinione: il bullismo è sempre esistito, semplicemente una volta non c’era da parte delle vittime alcun tipo di auto affermazione e rivendicazione di giustizia. Noi adulti invece come dice lei siamo privati ogni giorno della possibilità di costruirci una vita così come avviene nella stragrande maggioranza dei paesi occidentali cui diciamo di far parte, ma che in verità sono davvero altra cosa rispetto a questo nostro piccolo paese pavido ed arrogante che, privo com’è di protezione alcuna per le minoranze, è facile territorio di caccia per prepotenti e prevaricatori.