Erotismo, affettività, pornografia e cura, poi vendetta, odio ed infine il nome ultimo a comprendere tutto: amore. L’Amore dei Lupi è un canzoniere privato che diventa pubblico, perché parlare d’amore trascende il singolo e coinvolge la comunità tutta, a partire dall’unità relazionale minima fino ad una strutturazione più complessa: dalla fedeltà normata al poliamore. Alessandro Brusa persegue l’esibizione di ciò che crede debba essere detto senza mezzi termini e senza paure, non solo come meditazione psicologica ma anche come atto sessuale e sensuale e quindi intrinsecamente poetico e politico. L’erotismo si colloca infatti tra l’indagine del nostro io più profondo e la relazione che abbiamo con l’esterno e per questo si carica del potere generativo della rivoluzione. La poesia di Brusa è, insomma, un vero e proprio corpo/corpus poetico che, attraverso la tensione erotica e l’immersione nei fondali scoscesi dell’incontro/scontro di corpi e anime, induce anche i lettori, attraverso una sorta di per-versione identitaria, a sentirsi vivi e vigili nel mondo.