In questi giorni si è aperto, svolto e concluso il Sinodo dei Vescovi dedicato al tema della famiglia. Se ne è parlato tanto e, spesso, a sproposito. Non amo entrare nei fatti della Chiesa quando si tratta di dottrina o quando si parla di dogmatica: non ne ho le competenze ed onestamente non mi interessa neppure troppo. Ma le aspettative per questo “evento” erano veramente tante: sia per le speranze di molti omosessuali credenti che confidano in una riconciliazione tra la loro “condizione di credenti” e la loro vita, sia per l’importanza che questa discussione tutta interna alla chiesa ha sulle vicende politiche, soprattutto di casa nostra. Ho sentito nei giorni passati vari esponenti politici commentare le parole di Bergoglio, così come le indiscrezioni che uscivano sui documenti del sinodo, attribuendo loro aperture onestamente non così eclatanti, sintomo evidente di desideri e di speranze frustrate più che di un’analisi puntuale della realtà.
Leggere leggere e non imparare nulla, questo è il vero peccato!
Gli ultimi dieci giorni sono stati molto intensi sul versante dei diritti civili, o meglio, sul versante dei diritti civili negati in questo paese.
Domenica 5 ottobre il movimento delle sentinelle in piedi ha inscenato una manifestazione (autorizzata) di protesta per opporsi al DDL Scalfarotto sull’omotransfobia, al matrimonio tra persone dello stesso sesso, all’adozione alle coppie gay ed anche alla fecondazione eterologa.
Puntuale come un calcolo alla cistifellea due giorni dopo il Ministro degli Interni Angelino Alfano ha diramato una circolare ai Prefetti in cui chiedeva l’annullamento della registrazione presso alcuni Comuni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero (trascrizione imposta per la prima volta dal tribunale di Grosseto). A stretto giro di posta il sindaco di Bologna Virginio Merola ha risposto al ministro.. picche! specificando che siamo in Europa (l’articolo 12 della convenzione europea dei diritti dell’uomo ed il trattato di Lisbona ratificato anche dal nostro parlamento sono chiari) e che non ci pensa neppure lontanamente a fare un passo indietro!
Cos’hanno in comune questi temi sollevati dalle sentinelle in piedi? hanno in comune il fatto di riconoscere e regolamentare, più o meno direttamente, non tanto l’immagine, quanto la sostanza della famiglia.