Improvvisa, emotiva, quasi per magico accordo a ogni indagine di lettura la poesia di Brusa sfiora, rinunciando ad ogni attesa, l’eterno trauma, il teorema fatale della calligrafia poetica. La scrittura è un movimento fisico, tenace, infedele. Un rituale che azzera le assenze mutilandole. Solo apparentemente trascurandole per impossessarsene poi in un gesto di equilibrio feroce, quasi insanabile. Segni risoluti che filtrano il corpo a
Dalla prefazione di Matteo Fantuzzi oggi 11 novembre 2013 su La Voce di Romagna.